31/03/09

Espropriati

Sabato mattina sono stata ad una conferenza sul testamento biologico. C’erano due giuristi, un medico e Beppino Englaro, che conosce a memoria ogni singola data di quello che è stato un massacro durato oltre 15 anni. Credetemi, anche solo trovarsi nella sua stessa stanza è una cosa che spacca il cuore.

Comunque… gli interventi sono stati illuminanti, soprattutto quelli da parte dei giuristi. E ci sono stati, in quelle 3 ore, parecchi spunti di riflessione, tutti egualmente interessanti. Uno mi ha particolarmente colpita. Ci stavo pensando da qualche giorno ma non l’avevo ancora elaborato completamente. Insomma, questa idea secondo cui nessuno ha il diritto di decidere della sorte di un corpo in realtà è solo una gran balla.

Nel momento stesso in cui una persona passa allo stato vegetativo permanente, questa smette di avere alcun diritto su se stessa per diventare proprietà e soggetto delle altrui decisioni. Non è vero che NESSUNO decide perché in realtà tutti decidono tranne il malato. Quella persona, il suo corpo, diventa proprietà d’altri… del medico che lo cura, della USL che paga il medico, del Comune che gestisce l’Ospedale, dello Stato che ha scelto che così doveva essere e della Chiesa che lo ha voluto.

Nel momento in cui una persona è più debole, nella condizione più difficile e penosa della sua vita, è in questo frangente che la si priva di qualsiasi dignità e della capacità di poter decidere per se stessa. La si retrocede ad incapace e si sceglie di decidere per lei, a dispetto di quelle che erano le sue idee e le sue volontà fino al momento in cui poteva esprimerle. Questo è aberrante.

Vi invito a leggere, se ne avete voglia, l’articolo apparso sul Mattino di Padova il giorno successivo all’incontro. Ernesto Milanesi, l’autore, ha scritto tanto di più ed ovviamente molto meglio di me.

30/03/09

Fighiure di chiulo /1

Inauguro qui la rubrica “fighiure di chiulo” che mi vede tra le primatiste mondiali assolute della categoria. La più pessima che ricordo (e lo so che non si può dire più pessima, signor Maestra!) mi è successa intorno ai 16 anni. Avevo il motorino ed attaccato al motorino la chiave della catena ed attaccata alla chiave il portachiavi che erano un paio di minuscoli boxer Naj Oleari (che io son stata ragazza negli anni ottanta e non è colpa mia) bianchi con i disegnetti idioti della Naj Oleari dove io mi pulivo doverosamente le dita dal grasso, che cola, della catena.
Il mio morosetto Paolo, un fighetta che non vi dico, era venuto a prendermi. La scena si svolge in sala da pranzo. Sono a fianco del fighetta, ci ho il mio bel portachiavi in mano, e dirigendomi verso la porta d’ingresso dico: mamma, noi andiamo eh! lei mi guarda e, tutta sorridente mi fa: e dove te ne vai, in giro, con le mutande sporche?
Secondo me c’è gente che si è buttata da una rupe per molto meno!

***
le fighiure dei lettori :)

@fatacarabina: Una mia, rimasta celebre, si è svolta a palazzo ducale. ero così presa dalla visione di armature in una sala che non mi sono accorta di una vetrata. Mi ci sono spantegata addosso e il rumore prodotto ha fatto temere in giro per tutto il palazzo. E mi è rimasto un livido rosso in faccia per giorni...

@john: Io sono una fighiura di chiulo vivente,ad esempio ho provato ad aprire per dieci minuti di fila un'auto uguale identica alla mia senza capire che la mia auto era quella di fianco

@sba: fare la pipì in un posto dove sei convinto che non ci sia nessuno e…

@fatacarabina: uscire di casa con l’etichetta dei pantaloni che penzola…

@sba: la scoreggina in ascensore che l’hai provata mille volte e mille volte è uscita silenziosa, e invece stavolta…

@mastrangelina: io una volta in biblio ho scambiato un utente per un finlandese che viene sempre d'estate e senza neanche fargli dire buongiorno ho attaccato a parlargli in inglese senza dargli modo di rifiatare... alla fine questo mi fa "scusi ma un c'ho capito nulla..."

@fatacarabina: E quella volta che per gioco, i miei amici mi hanno arrotolato in un telone di nylon e lanciata per una collinetta con un tubo di gomma ( robetta di pochi metri) con effetto lavatrice assicurato: peccato che ho travolto nella corsa due persone...

@anecoico: http://www.cattivamaestra.it/2008/12/elefante-in-cri.html

@la reina: per 20 minuti ho parlato al mio maestro di regia/sceneggiatura di quanto mi sentissi ganza a scaricare i film con emule. Davanti a tutta la classe mi ha risposto: alzati ed esci perché è colpa di quelli come te che noi stiamo fallendo

@niki: Io ho parlato per una mezz'ora abbondante al telefono (di tutti i fatti miei naturalmente) con uno che aveva sbagliato numero, pensando fosse un mio amico...

@fatacarabina: beh...per le telefonate: ero in attesa di parlare con i carabinieri, mentre i miei amici mi prendevano in giro. Quando il piantone rispose, si sentì urlare dalla sottoscritta: branco di stronziiiiiiiiii!! Spiegare poi che l'offesa non era diretta all'Arma, è stato alquanto difficile

@vale: quest'inverno entro in un bar a fare colazione che faceva un freddo cane: 'Mamma mia fa un freddo che porta via le mani'. Mi giro e c'era al bancone un signore senza una mano.

@laurafujiko: scivola (letteralmente) per i corridoi della facoltà. La corsa di culo è finita davanti alla porta dello studio del rettore, che è uscito, mi ha applaudito e mi ha chiesto se gli consigliavo la mia marca di grappa.

@capitano: Secondo anno di liceo. Sto camminando verso la scuola assieme ad un gruppo di nuove amiche. Una di loro ha Cioè e lo passa di mano in mano per leggere l'oroscopo. Quando arriva a me, mi metto a leggere l'oroscopo degli altri, con toni sarcastici. Mi urlano: "non leggere l'oroscopo degli altri, porta sfiga". Io non faccio in tempo a dire "ma che".. che mi schianto contro il palo della luce dritto davanti a me.

@sancla: sgridare un alunno perché aveva detto una parolaccia e subito dopo prendersi le dita dentro il cassetto della scrivania e urlare cazzo, può rientrare nella casistica?

@massimo: Ho l'imbarazzo della scelta, ma direi che quella volta alle medie, che andai in bagno nell'intervallo, si ruppe la serratura, e io restai chiuso dentro un'ora a piangere e gridare aiuto, a ripensarci, è stato un momento abbastanza imbarazzante.

@fatacarabina: Chiudiamo in bellezza, festa nazionale dell'Unità ,forse Reggio Emilia, io ragazzina decido di entrare nel bagno chimico con mia madre. Prima fa lei, poi faccio io. Le chiedo di premere il bottone per la carta igienica, lei invece preme il bottone di apertura della porta. E 50 persone in coda assistono alla visione di una ragazzina seduta sul cesso, con i pantaloni calati. Sono arrossita fino alla punta dei piedi mentre mia madre se la rideva della grossa. Da allora, vado al bagno sempre da sola. :)

@pulcia: metto le mani avanti e premetto che ero moooolto giovane, moooolto sciacquetta e ignorante come una zappa. allora, prima manifestazione della mia vita in prima superiore, a un certo punto parte lo slogan "a-piazzale-loreto-c'è-ancora-tanto- posto!" ed io, col candore (che ancora mi contraddistingue) "ma allora andiamo a questo piazzale loreto, dicono che si sta tanto larghi, che ci stiamo a fare qui pigiati come sardine...". Lo so, non dire nulla, lo so...

@peppermind: chiamai una mia ex, al tempo eravamo assieme, risponde sua madre, penso invece che sia lei, e parto: Ciao, bella gnocca... c'è grossa voglia di patata dalle mie parti!


@marytrent: Un collega mi vede arrivare di corsa sulla via dell'ufficio e mi tiene aperto il portone mentre mi fiondo dentro per timbrare. Mi chiede come mai arrivo di corsa e io rispondo ad alta voce: "Eh, sai, io l'ho voluto rigido!" (intendendo l'orario). Ovviamente accanto alla macchinetta c'era il nostro mega-dirigentegalattico.

@massimo: una volta parlavo male di una persona, raccontavo al mio interlocutore una serie di cose che lo stavano divertendo tantissimo, mentre parlavo non smetteva di ridere, io non capivo perché ridesse così tanto, però ero compiaciuto dell'effetto che ottenevano le mie parole, così continuavo ad aggiungere cattiverie e particolari. Poi, quando ho finito il racconto, mi sono girato, e dietro di me c'era la persona di cui avevo parlato male.

@ossimorosa: Non ricordo esattamente di cosa si trattasse, però c'era questa persona a cui continuavo a telefonare perché doveva darmi informazioni essenziali. Dopo svariati tentativi di contattarla, e dopo innumerevoli rinvii, finalmente compare la segreteria telefonica. Parte la registrazione del messaggio: "Si buongiorno, sono Ossimorosa. La chiamo in merito alla questione pincopallo e volevo dirle" A questo punto sento un rumore e l'impressione è che la linea sia saltata. Presa dall'esasperazione non faccio a tempo a pensare che concludo la frase con "Vaffanculo". Ecco. Non so se sia stato effettivamente registrato così, fatto sta che casualmente la faccenda pincopallo si risolse nel giro di una settimana.


@xantro: L'AUTO PARCHEGGIATA. Mi reco a Segrate presso una Banca in cui avevo lavorato per alcuni anni; dovevo risolvere problemi cartacei, ero un po' preoccupato. E poi diciamolo, ci tenevo a far vedere loro che anche senza di loro avevo fatto la mia carriera ed ero spavaldo e sicuro di me. Insomma, ero teso. Invece va tutto bene, loro mi trattano con cordialità ed esco coi miei problemi risolti. Almeno, così mi pare finché non arrivo al parcheggio, dove avevo lasciato -un po' defilata- quel catorcio della mia Tipo blu. Qui, noto che la mia auto non ha più i cerchioni; uno l'avevo perso io, e va bene, ma gli altri tre c'erano! Bestemmia. Poi, quando faccio per aprirla col telecomando, non dà segni di vita, segno evidente che avevano tentato di scassinarla e avevano fatto saltare il meccanismo della serratura. Bastardi. Parolaccia, bestemmia, parolaccia.
Insisto col telecomando, nella speranza che il blocco sia solo momentaneo. Niente; non solo, noto anche che mi hanno cambiato la targa! Saracca, parolaccia, best...
Mi volto.
La mia Tipo, posteggiata nella fila alle mie spalle, da cinque minuti si chiude e si apre al tocco del mio telecomando, con la sua bella targa e i suoi bei tre copricerchioni. Io risalgo in fretta, sperando che dalle finestre della banca nessuno abbia notato la scena.

@peppermind: Me n'è venuta in mente una di quand seri psicinin... tipo prima liceo, cose così. Vidi una ragazza andare a sbattere contro un palo, ero isieme a dei miei amici, e iniziammo a ridere. Mentre ridevo, andai a sbattere pure io contro il maledetto divieto di sosta: facciata di tre quarti (stavo ancora guardando la ragazza, indicandola tendendo il braccio e il dito verso di lei).

@roberto:
Scrivo un messaggio privato a un'amica per segnalarle che in un bel post del suo blog ha inserito un refuso ("eraurimento") che ne sminuisce la profondità. Non vado mica a scrivere "adeguatamenti"?


(ragazzi... voglio il nome dei vostri pusher!)

28/03/09

il cuore semplice

La prima volta che sono atterrata negli Stati Uniti, qualcosa come vent’anni fa (e si! esistevano già gli aerei a quell’epoca), un sacco di persone in sedia a rotelle ci hanno accolto, all’uscita del velivolo, con sorridenti “welcome back”. Allora io ho guardato il mio fidanzato americano (lo preciso per distinguerlo dagli altri) e con un grande sorrisone positivo gli ho detto: eh! ma che bravi che siete qui in America. Date un lavoro, seppur umile, a chi ha più difficoltà! Voi li fate venire qui, all’uscita dell’aereo a salutare i concittadini. Lui mi ha guardato come si guarderebbe una deficiente e mi ha risposto: Sid, quelle persone sono qui nel caso qualcuno abbia bisogno di una sedia a rotelle. Sono seduti per non stare in piedi.
Ah! Ecco.

Eppoi volevo dirvi che all’accoglienza c’era la foto di Reagan.

27/03/09

being precisina insaid

Dopo il primo corso di cucina (quello della quinta accompagnata di gnocca bionda) dove mi sono imparata a fare le uova sode, ho preso a rinfrescarmi la memoria andando a speciali serate a tema. Prima fu il cioccolato (grazie al quale ho ricevuto numerose proposte di matrimonio) poi furono gli gnocchi, poi il pollo e lunedì sarà il turno del vegetariano. Anche se non sempre gli argomenti mi interessano, ci vado perché è sempre presente la donna più puntuta dell’universo. Ed ella è il mio idolo. Lo diventò quando seppi che aveva provato una ricetta su Sale e Pepe e non le era venuta. Consapevole che la causa potesse essere una sua distrazione, provò a rifarla seguendo passo-passo le istruzioni. Dato che risultato fu il medesimo ella (l’idolo) telefonò a Sale e Pepe per informarli che avevano sbagliato la ricetta. Visto che non le credettero le passarono il cuoco. E lei disse al cuoco: ehi cuoco, tu errasti grandemente! Lui controllò e si cosparse il capo di cenere. La donna più puntuta dell’universo è la luce splendente nel buio delle mie capacità culinarie.

26/03/09

Il soccombente (Bernhard)*


Devastante e bellissimo. Molto difficile da leggere. È un lungo monologo senza pause. Senza capitoli. Senza paragrafi. La scrittura poco moderna lo rende ancora più ostico. E richiede una attenzione totale. Eppure. Eppure, come ho detto, è un capolavoro. Uno scritto intensissimo. Sulla disfatta personale. Sull’annientamento di fronte alla perfezione. Due amici cambieranno completamente la loro vita dopo l’incontro con Glen Gould e l’immensità del suo genio. Uno di loro passerà il resto della sua esistenza vinto da una “malattia” che lo porterà a dedicare i suoi scritti, le sue parole, il suo totale interesse alla vita del pianista. Il secondo, il soccombente, il vero protagonista, ne verrà completamente sopraffatto. Un libro sulla caduta. Sulla resa. Come ho detto: devastante e bellissimo.


* desidero ringraziare Manu, devo a lei se tutto questo è stato possibile :-)

ชีวิตที่ฉันต้องการ

Mio fratello è partito per la Malesia l’altro ieri. Ora è a Kuala Lumpur ma tra poco se ne parte, zaino in spalla, per visitarsela tutta. Starà via due mesi. L’anno scorso è stato in India del Nord 3 mesi, quello prima nell’India del Sud e prima ancora ci sono stati mesi e mesi in Birmania, Laos, Vietnam. Mio fratello vive la vita che vorrei (come avrete certamente capito dal titolo).

24/03/09

le piccole cose che mi danno un enorme fastidio /2

Quando ci sono di mezzo uno scrittore, un traduttore Adelphi ed il figlio di quello che, per me, è il più grande scrittore del secolo scorso, l’approssimazione ed il tanto-al-chilismo mi fanno uscire dai gangheri. Perciò, l’essere cioccolatai nel profondo in occasione dell’incontro su Georges Simenon non solo m’ha fatto incazzare dibbestia ma mi ha pure imbarazzato non poco.

23/03/09

Tutti i blogger famosi che mi hanno conosciuto


Al ParmaWorkCamp tanti blogger famosi mi hanno conosciuto.

Fran mi ha conosciuto grazie alla fantastica organizzazione del camp stesso, inclusiva di parmesan-cis e pasta barilla. Sfamata la sid, conquistata una fan (grazie Fran) :)

Andrea Perotti mi ha conosciuto quando Gaspar Torriero, che mi ha conosciuto, ha dato a me il suo dolcino ringo goal. Gaspar Torriero conosce anche la Rivella. Ed ecco spiegata, l’ovvietà della sua blogstarritudine.

Elena Brezzadilago mi ha conosciuto quando ci siamo scambiate le foto metafisiche di io che fotografo te che fotografi me che fotografo te che fotografi me.

Stef(igno) mi ha conosciuto a Padova. Pensate che è venuto fino a Padova per conoscermi!!!

Paolo Beneforti mi ha conosciuto quando io mi sono avvicinata con umiltè e fraternitè ed un po’ di invidiè che c’ha i capelli più lunghi dei miei!

Bloggo ed Elena (senza aggettivi) mi hanno conosciuto e devo dire che son stata proprio contenta.

Stark mi ha conosciuto appena arrivata. Stark è il tipico blogger che uno dice, peccato che c’ha 10 anni meno di me sennò potevamo essere, chessò, perfino coetanei. Stark è stato molto felice di avermi conosciuto soprattutto dopo che gli ho fatto pesare che avevo comprato il suo libro.

I bolsi mi hanno conosciuto che erano tutta la famiglia. Si erano mossi perfino in quattro per venirmi a conoscere.

Eio ha portato i cuneesi al rum pur di avere una scusa per conoscermi. Lui si che è una blogstar che sa come conquistarsi l’ammmore dei fansss.

Poi a conoscermi c’erano anche Stered e Niki Costantini e Flod e LaFra e tanti altri c’erano, erano troppissimi e non hanno avuto la fortuna di conoscermi.

Grazie a tutti. È stato bello che mi abbiate conosciuto.

20/03/09

sam taim is ard tu bi a uoman

C’è un tizio con cui dovevo uscire ma ero stanca e gli ho chiesto di spostare. Secondo me ha sbarellato perché mi ha scritto un sms con un sacco di K.

Certe volte è dura avere tutto sto buscio di culo

Al mio amico figo -namber uan in de uorld- è bastato che dicessi John Simenon per far mettere il mio nome tra gli ospiti della cena. Mavvai mavvieni!!!

(ed ora ho assoluto bisogno che qualcuno mi suggerisca argomenti intelligenti e domande sopraffine in modo da ipnotizzarlo nella conversazione… sempre per quel discorso che dicevo...)

19/03/09

Ruba bandiera

La scorsa settimana sono stata a vedere tutti i film che cominciano con THE (che voi non ce lo sapete ma io vado al cinema in ordine alfabetico). E quindi, dato che era il turno di THE sono andata a vedermi The reader e The wrestler. Che non potevo guardare prima il secondo e poi il primo perché la W viene dopo la R (per quanto Rourke viene prima di Winslet) (ehi! Avete notato?!? reader – rourke – winslet - wrestler! Che robe!). E sono belli tutti e due. Anche se cominciano con le stesse lettere sono diversi. Un po’ lentini ma bellissimi a parte due cose che non si possono proprio guardare: le tette della Winslet e le unghie di Rourke.

18/03/09

Causa di forza maggiore

I libri di Amelie Nothomb son tutti particolari. Strani. Surreali. Io la adoro e riesco a stupirmi, ogni volta, di quanto “diversi” in ogni senso siano quella donna ed i suoi scritti. Gli amanti di Amelie non possono mancare a questo acquisto. Agli altri consiglio, per cominciare ad amarla, “metafisica dei tubi” che il resto verrà da sé.

Spesso i suoi romanzi hanno una base autobiografica. Più raramente no. Questo, voglio sperare, è uno di quei casi. Perché tutta la vicenda parte da una conversazione che spero nessuno farà mai con me dato che è evidente causa di sfighe inenarrabili. La cosa inizia con un portatore sano di jella che parla con un tizio spiegandogli che, se mai gli dovesse capitare che uno sconosciuto gli muoia in casa, l’ultima cosa da fare è chiamare la polizia.

Io, per intanto, mi tocco le balle.

17/03/09

E poi c’è chi dice male dei blog!


Continui a chiedermi la data della mia nascita
prendi nota dunque
cio' che tu non sai,
la data del tuo amore:
quella e' per me la data della mia nascita.

Questa è una poesia di Nizar Qabbani. L’avevate mai sentito nominare? Io l’ho scoperto per caso, qualche anno fa, è uno dei massimi poeti arabi, ed è praticamente sconosciuto in Italia. Sconosciuto ed introvabile. L’ho cercato ovunque e comunque. In ogni libreria. In ogni viaggio. Inutilmente.

Poi ViaDellaViola ha scritto un post bellissimo che si intitola: tu cerca che io trova. Ed io vedevo un sacco di gente che chiedeva e io non avevo nulla da chiedere e non mi veniva in mente niente che stavo cercando da tempo. Ed ero anche un po’ invidiosa di tutta sta gente che ha tanti libri che sta cercando ed io no. Poi mi è capitato tra le mani un mio quaderno e nel mio quaderno ci ho visto la mia scrittura e con la mia scrittura questa poesia qui sopra. E mi è venuto in mente che potevo provare a chiedere a lei, di aiutarmi.

E lei non ci ha messo un giorno. Ed io non ci ho messo un minuto. Ed ora aspetto solo il corriere che domani me lo consegni.

16/03/09

Allora

Per andare negli USA quest’estate ho dovuto rifare il passaporto che il vecchio l’avevo lasciato scadere inutilizzato.
Quindi vado e faccio tutto quello che devo fare, consegno le carte all’ufficio e loro mi dicono, torni il 24.
Dato che io so come sono gli uffici statali, domando: ma vengo direttamente o è meglio che chiamo per conferma?
Lui mi ammolla un'occhiata cattivissima e dice: signora (brutto quando sei lì che gli sorridi sexy e questi ti rispondono “signora”), se non ci sono REATI può venire direttamente il 24 a ritirarlo.
Allora sono uscita pensando a tutti i REATI che avevo commesso.

13/03/09

Due cose importantissime, praticamente vitali

Domenica 5 aprile termina la mostra, a Santa Margherita Ligure, dedicata a George Simenon. Io e le altre due dell’ave maria si parte sabato 4 all’alba. Si visita la mostra con occhio liquido ed innamorato, poi ci si fionda dalle parti di Recco per la focaccia e per un giro altamente gastronomico nella Liguria dei campioni. L’idea del weekend è nata più o meno così:
io: cacchio ragazze!!! Mostra Simenon Liguria focaccia Recco. Vado.
loro: veniamo

Sabato 21 marzo John Simenon sarà a Padova (mawow!) per una conferenza su suo padre (madoppiowow!). Qualcuno ha una vaga idea di come fare ad avvicinarlo per farsi sposare? Al limite anche solo farlo mio per una notte!

12/03/09

Corso di cucina per adulti

Siccome non sapevo nemmanco sodare un uovo e non sono una brava autodidatta. Nel senso che non mi didatto da sola. Quasi mai. Un paio d’anni fa ho fatto un corso di cucina.

Io mi pensavo che a questi corsi di cucina ci andavano tutte le giovani donne che nella vita, fino a quel momento, avevano dato priorità alle cose vacue, tipo sesso, droga (e sesso) e rock-and-roll (e sesso). Invece mi sono ritrovata circondata da vecchie babbione.

Il che non è male perché se sei l’unica under 40 in una moltitudine di vecchie babbione, i cuochi son bengentili e predisposti ad insegnarti meglio. L’innata tendenza maschile al cucco ti tramuta nella stellina luminescente della loro serata.

Un pisello nel baciello.

Finché, a tradimento, non è arrivata lei. Bionda. Riccia. Alta. Occhi azzurri. Minigonna ascellare. Ed una quinta che sfidava le leggi della gravità. Nel senso che è grave che io porto solo la seconda. E simpaticissima.

Tempo due giorni ed eravamo Gianni e Pinotto (o meglio Beau Geste e Marty Feldman, dove io faccio Marty). Comunque lei è diventata una cuoca bravissima.

11/03/09

chiacchiere e distintivo

C’è sto tizio nuovo in una ditta con cui lavoro che è stato gentile e m’ha tolto un paio di castagne dal fuoco. Dato che passava per Padova l’ho invitato a cena per ringraziarlo. Ed ho passato una serata memorabile! Abbiam parlato di viaggi, di libri, di vino, di cinema, di poesia, di amici, di amori, abbiam parlato di tutto e lui non andava mai via. Stavamo lì e chiacchieravamo e parlavamo. Ed era proprio un bel tipo e lui non se ne andava quindi rimanevamo fino alla chiusura e poi ancora fuori a chiacchierare. E lui non andava e quindi ancora parole e parole e parole ma belle e col sorriso. Proprio lui non voleva andare e neanche io volevo andare e quindi continuavamo a parlare per ore. E poi se ne è andato.

10/03/09

Mia sorella è una foca monaca

io son anche una tipa modesta… non è che sto lì a menarla di quanto son figa di là, brava di qua, intelligente di su, magnifica di giù. No! Sono una tizia mediamente arrabbiata e sfigata e quindi volo basso. Ma nella lettura no! Io lì mi devo vantare! Che io ci prendo. E mi vanto. Mi devo vantare che forse è l’unica cosa che so fare bene, leggere, che lo faccio da sempre e secondo me son anche parecchio brava a scegliermi gli autori ed a dire questo libro si, quest’altro lascia stare. Ora… non è che sono Umberto Eco eh! e nemmeno, figuriamoci, PBeneforti. Me ne mancano un sacco di scrittori fighi… vedi Wallace che comincerò in settimana o Bernhard che sto leggendo adesso. Però lo stesso io vi dico che di me vi dovete fidare perché c’ho buon gusto. Ci prendo. E se dico che un libro è buono, secondo me lo è!

Così succede che i blogger-book io non li compro. Mi spiace perché i blogger che son riusciti a pubblicare sono tanto bravi. È gente tosta che, cristoddio sa scrivere! Solo che, per me, il romanzo è un’altra roba! E, di solito, i primi libri pubblicati dai blogger finiscono per essere un insieme di post già letti. E non mi va. Se io compro un romanzo mi aspetto una storia. Che inizi, che continui, che finisca. I post, grazie a dio, so dove trovarli e se uno scrive bene io son la prima ad inchinarmi alla genialità ma il libro non glielo compro.

Poi sulla mia strada è comparso Stark e con lui EIO e poi un altro botto di tipi interessanti e questa gente è meglio di me. Voglio dire, io ci prendo nella lettura e non volo niente basso sui libri ma loro son meglio di me. E quanto EIO si fa vedere col libro di Christian Frascella in mano. O quando Paul the Wine Guy lo recensisce. Ecco… a me viene il dubbio che forse, stavolta, c’è uno scrittore dietro.

E pazienza se il titolo mi fa accapponare la pelle. O se la foto di copertina mi fa orrore. Perché penso che quelle son cose che, magari, l’autore non ha scelto oppure ha semplicemente cattivo gusto per i titoli e le foto. (parlo sempre per me eh!)

Per una volta, nonostante i miei più o meno solidi principi, ho deciso di fidarmi dei “di cui sopra” e me lo sono comprato. E l’ho letto. In due giorni. Fino alle tre di notte. Perché… signori… questo tizio qui, sa scrivere. Ed ha scritto un romanzo. Con una storia. Diversa e unica. Originale.

Gli occhi volano su un testo colto, pulito e bello. Diretto. Io non racconto mai le trame, che non mi piace, sappiate solo che questo è un romanzo di formazione. Il racconto di un breve periodo nella vita di un diciassettenne problematico. Il testo è ironico e divertente ma MAI comico. Con temi importanti trattati in modo serio ma mai uggioso, mai esagerato. La bravura principale dell’autore, per me, è quella di essere riuscito a calarsi, perfettamente, nella mente di un adolescente che io, com’ero vent’anni fa mica me lo ricordo.

Insomma, l’ho tirata già anche troppo lunga, quello che dico, visto che ci prendo (e me ne vanto) è: comprate e leggete questo libro. Perché è bello!

09/03/09

La promessa di Guido Catalano.

Sabato sera, a Bologna, alle 22.30 in un circolo ARCI che si chiama Locomotiva c’era lo spettacolo di Guido Catalano. Ed io ci ho il sangue emiliano nelle vene, sono una tipa passionale e ci ho le passioni e mi piace andargli dietro, alle passioni. E così ho pensato che avrei goduto molto ad andarlo a vedere, sabato sera, alle 22.30 in quel circolo ARCI perché la prima volta m’era durata troppo poco per i miei gusti.

Ed allora ho chiesto alla mia amica Monica se voleva venire con me, che lei non sa niente di blog e post ma sa che ci ho buon gusto e non ci ha messo un secondo a dire: certo che vengo con te. Ed allora ho pensato che se due son così passionali da partire da Padova per andare a Bologna avevano già vinto un premio e dovevano riscuoterselo.

E allora siamo partite presto e siamo andate a Ferrara, che Ferrara, io, la conosco bene che ci ho il sangue emiliano nelle vene. E siamo andate a Ferrara, dunque, ed abbiamo passeggiato per il centro e poi eravamo stanche ed avevamo fame e ci siam fermate all’Osteria Savonarola che è proprio lì vicino al castello ed a me piace tanto andarci così posso ordinare il culatello ed i cappelletti in brodo.

E lì a fianco al nostro tavolo c’era questa bella coppia giovane con lei che era la copia sputata di Beatrice Dalle ma più fine ed abbiamo chiacchierato tutta sera insieme scambiandoci i piatti ed assaggiando l’uno le cose dell’altro e questa è una cosa che a Padova non ti capita mai! Di parlare coi vicini di tavolo figuriamoci di assaggiare e questo è stato un altro premio oltre al premio grosso che erano già Ferrara e la promessa di Catalano.

Quando siamo arrivate finalmente a Bologna, alle 22.30, in quel circolo ARCI che si chiama locomotiva, Guido non era ancora arrivato ed io ero in fregola-fregolissima. Poi un ragazzo mi si è avvicinato ed abbiamo parlato di politica e di orologi ed anche questa è una cosa che non ti capita mai a Padova, che un bel ragazzo ti si avvicini e ti parli di politica e di orologi. Così senza vergognarsi di venirti a parlare solo perché gli piaci.

Ed a quel punto ho pensato che anche quello era un premio fantastico, perché noi avevamo conosciuto questo ragazzo e prima quella coppia e prima ancora l’Osteria Savonarola e Ferrara ed ora eravamo lì, al circolo ARCI Locomotiva con la promessa di Catalano.

E c’era un casino di gente e la maggior parte era per Gipi che è un bel ragazzo ed ha una voce che ti incanta ed è stato bravissimo a raccontare le sue storie, ma c’era anche gente come me, gente che era venuta solo per Guido. Solo ed esclusivamente per ascoltarlo. E lo ha ascoltato. Ed un po’ ha riso. Ed un po’ ha sorriso. Un altro po’ ci ha ragionato sopra. Ed un po’ gli è venuto anche da piangere quando ha sentito l’ultima poesia… quella che c’è lei che non lo ama più. Ed io non me l’aspettavo perché Guido è ironico e di solito nelle sue poesie, lui, ti fa ridere oltre che sorridere e pensare, ed io non mi aspettavo quella cosa triste ed ho detto: ommioddio.

Ed improvvisamente ero triste. Per la poesia ma anche perché era finito tutto.

E poi l’ho aspettato per dirgli che ero la Sid. Che venivo da Padova per lui. Che ero felice di averlo ascoltato. Che era stato bravissimo. E credo di averlo un po’ spaventato perché io ero agitata ma lo ero perché ero emozionata di essere lì con lui. Lo giuro. Quella cosa dei poeti che le donne gli muoion dietro secondo me è un po’ vera perché io ero lì tutta agitata e felice di incontrarlo e mi è spiaciuto che l’ho spaventato.
E poi mi son presa il mio libro e la mia Monica ed ho salutato quel ragazzo carino che parla di politica ed orologi ed abbiamo preso l’auto e siamo tornate a Padova. Ed erano le tre, stanotte, quando ho aperto la porta di casa. E poi finalmente mi sono stesa a letto. Ho aperto il libro. Ed ho cominciato a leggere.

07/03/09

mel bookstore padova

sono appena rientrata a casa. con in tasca 155 euro in meno (155 euro ragazzi!!!) e la bibliografia semi completa di David Foster Wallace di cui non ho letto mai neanche un rigo (se non ci credete guardate qui).

vi racconto come è andata. io avevo una bella lista dei desideri. che includeva, tra le altre cose, "le ragioni dell'aragosta". poi c'era questo commesso che ha cominciato a parlarmi di Wallace e di Saramago (ed io lo amo Saramago) e lui era bellissimo ed ha cominciato a parlare di un sacco di scrittori sconosciuti e di storie fantastiche delle sue letture e dei suoi amici che come lui leggon tanto e queste son cose che mi conquistano perché NESSUNO in libreria, ti consiglia mai dei libri e quando incontri qualcuno che ti, come dire, riconosce, anche tu lo riconosci ed allora gli dai corda e lui parlava e tirava fuori libri ed io lo ascoltavo e prendevo libri... e poi mi sorrideva ed io gli sorridevo e lui era colto da far spavento ed io ero abbagliata dalla meraviglia della situazione che stavo vivendo.

e la cosa è finita che lui non mi ha neanche chiesto il numero di telefono ed io ho pagato uno scontrino che facevo prima a donargli un rene.

06/03/09

La vita agra

Voi, che siete persone fortunate, lo sapete che esistono esseri umani gentili. Persone di animo buono e compassionevole che, se una è così sciocchina e distrattella o gnorantuccia d’aver fatto “l’errore grammaticale” (buuu vergogna!) beh, essi sono così umani da non sputtanarla live ma le scrivono una mail privata dicendole, ehi, guarda che ti è scappato l’accento o l’apostrofo o l’accento e l’apostrofo.

Poi in questa storiella di pura invenzione succede che capita una seconda correzione e poi una terza e alla nostra baldanzosa protagonista comincia a venire una ansia, una tale ansia da prestazione (poraccia!), che agli errori di gnoransa si aggiungono quelli di terrore ed a quel punto le mail si moltiplicano e moltiplicano e moltiplicano.

Visualizzate, vi prego, quella che è diventata una lotta senza esclusione di colpi, alla ricerca della nuova cazzata sparata dalla nostra sid eroina mentre ormai quella poveretta è prostrata dalla semplice idea di pigiare “pubblica”.

Insomma… ella non dorme più, ella non mangia più, ella non vive più. Però grazie ad Anecòico, anche se si è ridotta ad un budino tremolante, ella s’è finalmente imparata l’itagliano. E son cose!

05/03/09

Beniamino Bottone

L’altra sera sono andata a vedere "il curioso caso di Benjamin Button". 80% del pubblico: femmine. Io, per esempio, ero accompagnata da 5 splendide figliole.

Dunque… ho cominciato a piangere quando loro han fatto l’amore per la prima volta. Quando si son lasciati singhiozzavo. Nel finale non capivo più niente dal dolore ed avevo il nero del mascara che mi arrivava alla bocca.
Attorno a me sentivo gran tiri su di naso e movimento di fazzoletti (quando hanno acceso finalmente le luci una, dietro di me, era completamente piegata in avanti a singhiozzare).

Le cinque splendide figliole che mi accompagnavano erano un blocco di granito. Non solo… han passato tutto il resto della serata a citare scene per vedermi ricominciare.

Bastarde!!!!

04/03/09

I miei rapporti (con l’altro sesso) cominciano tutti, tristemente, a somigliarsi.

La settimana scorsa ho avuto ospiti. Uno. Cane. Nel senso di bau. L’errore è stato mio che mi son detta, tranquillo te lo tengo io questa settimana, e non contenta di dirmelo gliel’ho detto pure a lui. E ello non ci ha messo un minuto ad accettare con frasi di circostanza tipo "mi hai salvato la vita", "non sai quanto ti sarò grato in eterno", "ti offro la cena" (see certo-certo questa la voglio proprio vedere). E dopo cinque minuti dovevo spostare la mobilia per far entrare pappa, guinzaglio, osso di plastica per giocare (così mi distraggo) e cuccia. Ed un cagnone di 40 kg. Ci tengo a ribadire la cosa perché abbiate ben chiara l’immagine: un cagnone di 40 kg accompagnato ad un donnino di 50. Per una settimana. In un appartamento di 50 metri quadri (arredato). Il cagnone si chiama Togo detto Il Toghetto (perché questi diminutivi?!? Eh?!? perché?!?). Il donnino invece sono io. E questo cane ha vissuto in simbiosi con me per tutta la settimana. Veniva in ufficio. Mi aspettava fuori dalla palestra. Pretendeva di sdraiarsi sul divano a due posti. Un paio di volte mi ha dimostrato in maniera vergognosa quanto era felice di vedermi (il porco). Mi spiegava quando dovevamo fare la cacca. Ed una mattina mi son svegliata e lui era disteso che russava nell’altro lato del letto.

Ora io non è che pretendo tanto. Però dopo una settimana passata a leccarmi le orecchie, almeno un minimo di considerazione. Non so… un guaito. Invece non ha fatto in tempo ad arrivare il suo paparino che quello era fuori dalla porta, giù dalle scale, oltre il cancello, di fronte alla macchina a saltare ed abbaiare come un ossesso perché qualcuno lo portasse via di lì.

03/03/09

Lo sborone.


In quel periodo mi stavo diplomando Sommelier. Se non lo sapete diplomarsi Sommelier non è una passeggiata di salute. Ti devi fare un culo come una capanna (per dire). Quindi io ero assolutamente (brutto: assolutamente, non sopporto: assolutamente - però qui ci sta) fuori di testa per sta cosa e studiavo come una pazza perché la vergogna di una bocciatura a 35 anni non l’avrei retta. Erano aaaaanni (quanti erano? Aaaaannni) che non studiavo così ed avevo intimato a tutti: non regalatemi libri, non prestatemi libri, non mostratemi libri, non passeggiamo davanti alle librerie che io l’unico testo che posso guardare è quello d’esame e non voglio/non posso/non devo essere distratta da voi umani che non capite nulla di quanto è duro l’esame Sommelier.

E cosa fa lui? No! Dico! Lo sborone cosa fa? Se ne arriva, bello bello, con Trilogia della città di K.

TRILOGIA DELLA CITTA’ DI K (!!!)


TRILOGIA DELLA CITTA’ DI K
(!!!)

Siiii! Esatto!!! Lui (infingardo!) ha osato regalarmi Trilogia della città di K!!! Ma come si è permesso… (giuro sono ancora esterrefatta e basita da cotanto dispregio). Son ancora qui che mi domando come si possa essere più bastardi di così!!?


Ma la vendetta è un piatto che va servito freddo sulla sponda del fiume, così, appena terminata la lettura, gli ho inviato cinque-SMS-cinque nei quali gli spiegavo quanto profondamente avessi amato quel libro. Alle 4 del mattino. tiè!

02/03/09

101

e comunque quello di stamattina era il centesimo post! :)
come dire... cento post e non sentirli.
cento e non più cento.
braccia rubate all'agricoltura
cose così insomma...

Ci son persone che dicono che son tuoi amici ma non è vero!


Che intanto gli dai appuntamento alle 13.00 a casa tua e loro arrivano alle 12.30 e tu sei ancora con i capelli bagnati e la ramazza in mano. Evabbè. Siamo donne generose. Perdoniamoli.

Poi si era detto… giretto veloce schisci-schisi a Venezia per il pomeriggio e poi insalatina light a casa mia alla sera che non dobbiamo ingrassare e finisce che ci si strafoga di baccalà mantecato nei bacari fino alle otto di sera. Evabbè. Siamo donne generose. Perdoniamoli.

Poi si era deciso, vabbè arriviamo a casa cafferino e ci si saluta tranquillamente ma quelli che dicono che ti sono amici (ma non è vero) si presentano con un chilo di OFFELLA della Premiata Offelleria Perbellini di Bovolone che se voi non lo sapete è una roba pazzesca!
Evabbè. Siamo donne generose. Perdoniamoli.

Poi i finti amici se ne vanno ed io gli avevo detto ai finti amici… portati via metà Offella per favore che cosa me ne faccio io con una Offella intera? Eh? cosa posso mai farmene? Cosa potrò mai fare io, la domenica, tutto il giorno, a casa da sola, guardando la tv e giocando col pc o leggendomi un libro. Io ed un chilo di Offella tutte sole nella stessa medesima casa? eh? cosa poteva succedere?

Comunque la vita è triste, il lunedì, senza giri nei bacari coi finti amici da fare e, soprattutto, senza più Offelle da mangiare.