12/05/10

vabbè ho mentito

ma questa ve la dovevo raccontare per farvi capire il profondo stato di prostrazione fisica e morale in cui mi trovo da un mese a questa parte che quando l'ho raccontato alla Elena, questo episodio, lei ha detto che messa così male non mi aveva sentita mai e che sarebbe auspicabile mi rivolgessi a uno gigolò almeno per l'espletamento delle formalità (veramente c'era la parola "piselli" nella frase che ha detto ma non faceva figo che lo dicessi e allora non l'ho detto) (dopo, a ripensarci, forse la parola "piselli" l'ho detta io).

ma vado subitamente a raccontare: 

nella azienda dove lavoro c'è un venditore molto molto carino. alto, distinto, capello brizzolato, veramente un bel arnese. ora, a quel venditore io gli piaccio che l'ho capito subito. oltretutto lui non mi ha conosciuta con i 5 chili in meno che avevo fino all'estate scorsa quindi il mio piacergli ha un valore assoluto molto più alto rispetto a quelli che gli piaccio perché si ricordano com'ero e vorrebbero che ci ritornassi (giannever) (è inglese). questo ragazzo non perde occasione per farmi complimenti ma complimenti fighi tipo che una volta è venuto a dirmi che gli piace tantissimo come mi vesto. che secondo me è una cosa carina da dire a una ragazza, tanto più che, a memoria di Sid, non me l'aveva mai detto nessuno (no! non è gay). 

e insomma quando è in azienda è sempre lì che gira per il mio ufficio che mi chiede come va, che fa due chiacchere. orbene ieri (qualche giorno fa per voi che non potete godere delle fantastiche avventure della Sid in tempo reale) all'ora di pranzo è venuto a chiedermi se volevo andare a mangiare con lui. 

io gli ho risposto sorridendo che andavo a pranzo con Davide (un collega delle vendite) che mi doveva presentare la sua morosa.

poi quando son rientrata in ufficio dopo un po' è venuto su anche lui e era lì tranquillo che chiaccherava con me e il mio collega, lo vedevo che mi lanciava delle belle occhiate e io a quel punto, non so perché l'ho fatto ma mi è venuto voglia di farlo e così l'ho fatto, io a quel punto gli ho chiesto: perdonami, ma con tutti questi  colleghi faccio fatica a memorizzare, mi ricordi come ti chiami?

ha cambiato faccia e ha detto Nicola. 

mi pare che ciò l'autodistruzione inserita e marcio a tavoletta.

9 commenti:

chiaratiz ha detto...

avvertimi quando finisce il conto alla rovescia che vedo di non trovarmi nei paraggi (però avvertimi in tempo reale e non con un post programmato che poi da morta non potrei comunque leggere :-D )

Bloggo ha detto...

bene, giusto, perfetto. deve soffrire il ragasso, è la metafora della vita (e dell'ammore)(la sofferenza)(che poi non so nemmeno se è una metafora)(comunque, bon, ci siam capiti).

Vincio ha detto...

Tattica perfetta.

Anche se applicata per sbaglio.

Arcureo ha detto...

Se supera sto smacco vuol dire che cià le palle.
It's survival of the fittest, baby!

ndr ha detto...

argh! doveva rispondere: "nicola...e, scusa, il tuo? sai com'è..".
son cose, comunque.

splendidi quarantenni ha detto...

Sent ma t'ha dett Nicòla con la o strett com i puglies?

Arcureo ha detto...

Nicòul' di bbér'...

Anonimo ha detto...

SEI. LA. PEGGIO.

:-DDD

kestress ha detto...

no, poveretta, non è la peggio.
se vuole, pò prendere spunto da me: che con un collega ci si annusava parecchio, ma insomma, beh ecco...successo gnente. Epperò poi ho lasciato quell'ufficio e allora lui, il giorno dell'addio, s'è fatto avanti e: beh, senti... avrai un cellulare no?
e io: ovvio che ho un cellulare!
basta
nient'altro
sono un genio :(