31/01/11

se c'è una cosa che mi piace

della Mastrangelina è che magari non ci vediamo, non ci sentiamo per mesi ma quando capita si ricomincia il discorso esattamente da dove s'era interrotto la volta prima (nella fattispecie, la fondue de cart de credit e il suo essere profondamente l'anticristo).

un'altra cosa che mi piace son i musei fiorentini, specie le guardie giurate.

24/01/11

cose che sorridi un giorno che già stai sorridendo di tuo

Il giorno che incontri Fausto Bertinotti che tu lo conosci già, mica che siete amici ma insomma l'hai visto perecchie volte anche in circostanze tranquille, tipo cene e più o meno lo sai che lui è un signore, ma un signore vero, comunque tu vedi Fausto Bertinotti davanti al Palazzo delle Esposizioni che tiene l'ombrello a proteggere sua moglie dalla pioggia mentre lei sta entrando in auto che secondo me è una gentilezza di altri tempi e io che sono una donna d'altri tempi queste cose le noto e mi piacciono.

E lo vedi benissimo Fausto Bertinotti che avevi sentito che non stava bene e invece lo vedi proprio in forma e pensi che ha risolto i suoi problemi e ne sei proprio felice che lui è una persona che in qualche modo ci tieni e poi ha appena fatto un gesto così galante alla sua compagna e sta per salire in auto e non puoi proprio fare a meno di piantargli un sorrisone di quelli da 32 denti e dirgli, a voce un po' alta perché ti senta, BUONGIORNO!

E siccome siamo in mezzo alla strada quel buongiorno potrebbe essere per chiunque però lui si gira e ti vede che gli stai sorridendo tanto e allora ti sorride anche lui e ti dice con quella bella voce che ha, ti dice Buongiorno anche a voi e Buona domenica.

E solo allora ti giri verso il tuo fidanzato e vedi che sta sorridendo anche lui, ma lui sta sorridendo per te che sei il tipo di donna che se vede Fausto Bertinotti è felice di vederlo. Così, anche se stai andando alla stazione che stai tornando a casa, hai passato un bel week-end, hai passato una bella mattina, sei appena stata in una libreria, stai per entrare in un'altra, incontri Bertinotti che ti sorride, tu gli sorridi, il tuo fidanzato ti sorride anche lui e insomma, partire è un po' meno brutto se l'ultima mezz'ora hai sorriso così tanto.

17/01/11

son soddisfazioni

La foto di Daniele Benati che compare in questa invervista è mia. L'ho scattata a ottobre durante "L'ultimissimissimo Pignagnoli Ballabile". Trovo che sia una foto molto bella e non perché l'ho fatta io ma visto che è mia ho piacere, tanto, che l'abbia usata. 

16/01/11

Venezia, Roma, Bologna e la memoria di Brodskij

Qualche mese camminavo in Fondamenta degli Incurabili. E qualcuno, mi pare Mitia, mi faceva notare che c'era un libro, di Brodskij, che si chiamava proprio così: Fondamenta degli Incurabili e io ho pensato due cose, che quel libro l'avrei voluto comprare e che Fondamenta degli Incurabili è proprio un nome bellissimo. Solo che poi i giorni son passati e io mi son scordata.

A dicembre, Alessandro e io, abbiam sentito parlare di Fondamenta degli Incurabili. Forse leggevamo Paolo Nori, non so. Mi sono ricordata però di esserci passata e gliel'ho detto anche a Ale che io, lì, c'ero stata e che poi magari la prossima volta a Venezia ci portavo pure lui. E m'è tornato in mente che lo volevo comprare. Poi mi son scordata di nuovo.

L'altro giorno Ale mi dice che si è comprato un libro di Brodskij. Mi dice non si ricorda dove l'ha sentito ma è un'edizione Adelphi, lui era un premio Nobel così l'ha comprato. Mi dice che è contentissimo. Che ha scoperto uno scrittore di grande sensibilità. Mi dice anche il titolo e il titolo, a me invece, non dice niente. E però Brodskij in testa mi ricorda qualcosa solo che non mi ricordo cosa. Non mi ricordo dove l'ho sentito e perché o per quale titolo. Non mi ricordo niente se non che Brodskij mi ricorda qualcosa.

Infine domenica siamo andati a Bologna e, come sempre, per fare bella figura l'ho portato alla libreria Coop e mi sono ricordata di Fondamenta degli Incurabili. L'ho cercato. L'ho trovato. Era di Brodskij.

E non è che questi son casi e coincidenze perché eran settimane che per una cosa o per l'altra ci giravamo attorno a Brodskij e a Fondamenta degli Incurabili, solo che mi ha fatto così sorridere che entrambi, dimentichi di chi ci aveva informato e per motivi diversi, stavamo facendo la medesima esperienza. Stavamo approcciando lo stesso scrittore. E m'è piaciuto.

03/01/11

infatti

tempo fa pensavo che ti ripensavo e pensavo che se sono triste non scrivo perché son triste. se sono felice non scrivo perché son felice. io scrivo quando sono medio come in quella canzone di Elio e le storie tese (mi pare). 
scrivo quando sono medio significa che la tristezza è mitigata da un momento di labile brevissima felicità oppure la felicità è angosciata da un periodo durissimo di autentica tremenda tristezza. tipo adesso. la seconda che ho detto (e infatti dove sono? son qui che scrivo).

che io quando ho conosciuto il mio bello, che io il mio bello l'ho conosciuto a Riva che indossavo la magliettina che riportava le sacre parole "spritz all'aperol" ma soprattutto la sacra ricetta (1/3 aperol + 1/3 prosecco + 1/3 seltz) così mi riconoscevan tutti (che poi non mi ha riconosciuto nessuno ma pazienza son cose che fanno male ma poi si superano. io l'ho superato) ero riuscita a entrare in un paio di pantaloni che non ci entravo da 12 mesi 12 (twelve months twelve) tutto perché io, dodici mesi dodici prima, avevo conosciuto gli Splendidi che questa è una cosa che mi capiscono, quanto male fanno al giro vita quelli lì, solo quelli che c'hanno il giro vita rovinato per sempre. da loro. lo splendidume. 

dunque io ciavevo il giro vita rovinato per sempre ma poi mi è capitato un dispiacere e anche gli splendidi coi loro grassi, coi loro insaturi, coi loro colesteroli e le loro parmigiane nulla potevano contro i dispiaceri e così io son tornata a entrare nei pantaloni che non ci entravo da twelve months twelve. e infatti (INFATTI!!!) mi sono trovata il fidansato. 

perché il fidansato fa presto a dire che mi prendeva anche se ero un tronchetto dell'infelicità. il fidansato, se io ero un tronchetto dell'infelicità, quando, a Riva, gli ho fatto il sorrisone da Oh come ti paciugherei lui non mi rispondeva con un sorrisone da Oh come ti paciugherei pure io, lui mi rispondeva Sparisci sgorbio.

comunque adesso che ci ho il fidansato io son di nuovo tutta felice pimpante arzilla e i jeans non mi entrano più. sono un tronchetto dell'infelicità. e infatti dove sono? son qui che scrivo.